martedì 10 novembre 2009

Leofl & Tuerb file

(Quello che segue è un dialogo registrato da una cimice tra Potifar Leofl e Coenig Tuerb, morti in circostanze poco chiare.
Gli investigatori pensano che sia una conversazione in codice, e che i due stavano programmando qualche tipo di attività illecita)


L: Tuerb, di anni assai, ma di panza quanta?
T: Tanti così, come sempre. Tuo figlio si fa le pere, lo sai sì?
L: No.
T: E tu? Le insalate le annaffi con del buon vino?
L: Parto domani, e se ci riesco, prima partorisco.
T: Allora ti accompagno, così mentre tu lavi le patate, io risalgo il fiume e deposito un po' ghiandole sul fondale.
L: Portati la macchinetta del caffè allora, o almeno il filtro.
T: Sì, fantastico! Penso basta il filtro, d' altronde tu te ne sei sempre sbattuto del politically correct e lo sai meglio di me come vanno queste cose.

(a questo punto si sente il rumore di un pacchetto di sigarette (morbido, forse MS) battuto su una mano, poi del gesto di portarsi una sigaretta alla bocca, del pollice che batte sulla prima falange dell' indice a mimare il gesto di usare un accendino, il frugare nelle tasche di un' altra persona per cercare l' accendino, lo sfrigolio della rotella e una profonda aspirata di fumo, poi il rumore sordo di un corpo che si accascia al suolo)

T: Ah, ti sei sdraiato. È sangue quello che ti cola dalla fronte?
L: Boh, che mi frega.
T: Sei sempre stato così, e ti conosco da una vita.
L: E pensare che prima lo facevo apposta, ora mi viene così, naturale capisci?
T: Senti, allora domani ti passo a prendere, carichiamo la barca sulla macchina, la macchina sul treno, il treno sul battello e poi andiamo a prendere l' autobus, ok?
L: E se caricassimo prima le bici sulla barca, poi la barca sulla macchina e così via?
T: Non fa una grinza cazzo, e nel frattempo che tu fai io cuocio 2 uova, così ce le lanciamo, eh? Eh? Dai! DAI!!!
L: Solo se mi presenti tua madre.
T: Oh, ma guarda che già la conosci, le hai anche rifatto l' arcata dentale.
L: Ti sbagli, era tuo padre quello: ne sono sicuro perchè quando l' ho leccato sapeva di smalto e porfido.
T: Ok, allora ti propongo uno scambio: la tua pila di panni sporchi per il mio porta- ombrelli di spugna.
L: Mmmmm, no. Troppo comodo.
T: Io voglio un cono gelato. Gusto fragola, ecco.

(Qui invece si sente distintamente un indice che indica un posacenere di ceramica, lo spostamento di quest' ultimo da una mensola a un tavolo e il rumore di una sigaretta mentre viene spenta)

L: Vedi questa sigaretta? Avrei dovuto spegnertela in faccia tanti anni fa, mi fai schifo!
T: ...
L: Ma sei sempre il mio migliore amico, quindi... Stai tranquillo, bello.
T: Portami rispetto lo stesso, non ti permetto di usare violenza verbale su di me, vecchia selvaggia!!!
L: Ma perchè io e te finiamo sempre col litigare?

(rumore di mazze da baseball sfilate dalle fodere)

L: Sarà forse che quel tuo cervello da lanciatore di aeroplanini di carta non ti funziona bene?
T: Eheheheehheheh. Monellaccia, vieni qua. Ti faccio una lavanda gastrica a mani nude.

(da qui in poi, per circa due ore si sentono i rumori di una violenta lotta, interrotti di tanto in tanto da una pausa sigaretta)

Il nastro si interrompe in questo punto.
Gli inquirenti sono arrivati alla conclusione che i 2 resisi conto di essere spiati, abbiamo inscenato una lotta in cui poi hanno entrambi perso la vita.

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