mercoledì 30 settembre 2009

A come Alfredo, A come limoni.

Secondariamente
da quello che detto fu nel pien del moto,
la ciurma caldeggia e
spalleggia la tronfia, e saluta.

Si riversa a cincinnare,
riporta bastoni e carote, trasforma sè stessa in te,
la colla di noi.
Tu
non aspetta le 11,30,
ma prima suona, poi aspetta.
Se non ti hai convinto
da te, ripensa e giudica,
Giuditta arriva e porta le ciambelle per tutti
(non sa che tu sai e sei di troppo),
chi le vuole al miele, chi le vuole almeno.

Con ciò, suppongo,
tu rimani sullo stesso piano del cloro,
tra la cinghia e il pannolone,
forte e forte di più,
sempre di più, o no?
Non ricordare, ma pesa e ricuci
lo straccio, la ghisa ti attende
di là con la gonna tirata su
e le spalle a far da contrappunto.

"Oggi è il vero Natale, non laggiù
dove
l' aria è fritta e l' anelli
di calamari sporgono dal tetto"

E ciò é vero, sì, no, per ora sì,
ma lascia che ti dica, la festa era ieri,
oggi ne paghiamo le conseguenze, e ne conseque
che le parole vengono su un po' così,
mestolon-mestoloni.

A chi non osò apprezzar, la terra tremi
sotto le gengive,
mentre si sta mordendo l' ultimo tozzo di pane del Giovedì,
e mentre la nonna rassetta il letto
e mette al suo posto la cucina:
in salotto.
La tranquillità della Domenica squassata dal terribile odore del salmone,
rosso e pre-cotto, recintato in un caffè.

Ma non mi si venga a dire
-non glielosivengaddire-,
ripeto,
non mi si venga a dire, poi,
che io, solo perchè patron dell' Unimmerso,
resto di stucco e me ne vo,
altrimenti me ne vo sul serio,
e poi son gatte da pelare e peli da incartare.

Alla cassa son 30 denari,
chi li conta?
la busta la fa lei,
a te, dopo, il babbà.

-Aò, Alfre', ma come t' è venuto in mente a te di fa lo scalatore,
che a stento reggi il marciapiede?-

-Non lo so, Gusta', mi ha preso così,
per la collottola.-

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